Sabato mattina una sessantina di attiviste e attivisti si sono
posizionati davanti ai cancelli dell’inceneritore, impedendo l’accesso
ai camion. Verso le 12 un responsabile degli impianti di Reggio Emilia
ha incontrato i manifestanti e gli ha promesso la riapertura di un
tavolo di trattative con i dirigenti di Iren e la riattivazione del
numero di telefono che Iren metteva a disposizione per comunicare i casi
gravi di morosità incolpevole con conseguente distacco delle utenze.
Il decreto “Sblocca Italia” del
governo Renzi sferra un attacpco complessivo ai beni comuni tramite il
rilancio delle grandi opere, misure per favorire la dismissione
del patrimonio pubblico, l’incenerimento dei rifiuti, nuove
perforazioni per la ricerca di idrocarburi e la costruzione di gasdotti,
oltre a semplificare e deregolamentare le bonifiche.
Infatti con questo decreto, tra le altre cose, si spingerà all’incenerimento dei rifiuti, senza tener conto dell’ottimo lavoro svolto dai cittadini che hanno portato la raccolta differenziata al 70%.
A peggiorare la situazione è la violenza con cui Iren continua a far pagare il prezzo più alto ai cittadini innalzando continuamente le tariffe delle utenze domestiche a discapito di migliaia di famiglie che a Parma come nel resto d’Italia, si trovano a fare i conti con una povertà sempre più violenta, mentre pochi continuano ad arricchirsi.
Le motivazioni della crescita dell’incidenza della morosità incolpevole sono da ricercarsi infatti, oltre che nella ormai nota difficoltà a trovare un’occupazione, nel continuo e inarrestabile aumento delle tariffe delle utenze che hanno registrato, anche negli ultimi mesi, dei rincari. E tra un balzello e l’altro in fattura ci finisce un po’ di tutto: acconti spropositati, conguagli stellari, e i costi di realizzazione dell’inceneritore.
A questi costi rendicontabili va aggiunto il costo “fuoribusta” che quotidianamente respiriamo a Parma maglia nera, in termini di qualità dell’aria, tra le province emiliane.
Infatti con questo decreto, tra le altre cose, si spingerà all’incenerimento dei rifiuti, senza tener conto dell’ottimo lavoro svolto dai cittadini che hanno portato la raccolta differenziata al 70%.
A peggiorare la situazione è la violenza con cui Iren continua a far pagare il prezzo più alto ai cittadini innalzando continuamente le tariffe delle utenze domestiche a discapito di migliaia di famiglie che a Parma come nel resto d’Italia, si trovano a fare i conti con una povertà sempre più violenta, mentre pochi continuano ad arricchirsi.
Le motivazioni della crescita dell’incidenza della morosità incolpevole sono da ricercarsi infatti, oltre che nella ormai nota difficoltà a trovare un’occupazione, nel continuo e inarrestabile aumento delle tariffe delle utenze che hanno registrato, anche negli ultimi mesi, dei rincari. E tra un balzello e l’altro in fattura ci finisce un po’ di tutto: acconti spropositati, conguagli stellari, e i costi di realizzazione dell’inceneritore.
A questi costi rendicontabili va aggiunto il costo “fuoribusta” che quotidianamente respiriamo a Parma maglia nera, in termini di qualità dell’aria, tra le province emiliane.
Oggi abbiamo deciso di bloccare uno dei simboli dello sfruttamento del suolo, l’inceneritore di Pama.
Lo facciamo perchè stufi dei
continui aumenti in bolletta che ci troviamo a sostenere per ripagare i
costi di un ecomostro, economicamente insostenibile e inutile per la
cittadidanza.
Quello che chiediamo oggi a Iren è innanzitutto di rivedere
il protocollo tra l’azienda e il comune di Parma, affinche sia Iren a
sostenere i costi sociali delle loro stesse politiche cieche e sorde.
Crediamo che chi decide di gestire
servizi così fondamentali per lo svolgimento della vita umana, com’è
l’erogazione delle utenze domestiche, debba tener conto delle
implicazioni sociali che questo “business” comporta. Riteniamo, inoltre,
che tagliare le utenze a chi si trova in difficoltà economica sia un’infamia che lede alle fondamenta il concetto di dignità umana.
Chiediamo che il pagamento delle utenze venga ricalcoltato in base ai redditi dei singoli utenti cosi da evitare la solita dinamica di emergezialità che l’intera cittadinanza deve affrontare e che venga equiparata la tariffa dell’energia elettrica tra chi è residente e chi no, tenendo conto di migliaia di studenti dell’università di Parma che contribuiscono all’economia di questa città .
Pretendiamo l’istituzione di un
minimo garantito su base universale per la fruizione dei servizi
giudicati essenziali per la sussistenza e la progressivizzazione delle
tariffe in base al reddito. Proposte che mirano nel complesso a garantire e a preservare il diritto alla dignità e alla vita.
Questa è la piattaforma che movimenti e
famiglie portano oggi davanti ai cancelli dell’ecomostro, della
multiutilities IREN, che fa utili sulle tariffe pagate da tutti noi e
costringe sempre più famiglie nella trappola dell’insolvenza.
Non ci fermeremo fin quando un minimo di
acqua, luce e gas non sarà garantito a tutti, a maggior ragione a chi
incolpevolmente non possa pagare, fin quando non vedranno restaurato il
proprio diritto ad un’esistenza degna.
Per questo reputiamo
fondamentale rilanciare una piattaforma di mobilitazioni che sappia
imporre le ragioni di movimenti e famiglie ad Iren ed alle Istituzioni
competenti.
Lanciamo per i prossimi giorni una campagna contro iren, ci troverete nelle strade e nei mercati cittadini di Parma.
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