domenica 11 gennaio 2015

SALA PIENA ALLA PRIMA ASSEMBLEA CONTRO LA SVENDITA DELLE CASE POPOLARI


Una assemblea vivace quella di ieri sera nella sala comunale del quartiere Cinghio/Montanara: interessanti gli interventi delle realtà di Milano e Bologna che ci hanno mostrato come la situazione sia equivalente nelle grandi città vicine a noi. Oltre 2 ore di assemblea ci hanno permesso di capire la strategia speculativa che punta a far cassa sulle spalle dei più deboli per mantenere inalterate le posizioni di rendita e i guadagni dei soliti noti. Ora tocca a noi mettere in campo mobilitazioni che riescano a mettere in crisi il piano di alienazioni di case popolari! Di seguito il testo della convocazione dell'assemblea:

Negli ultimi mesi le case popolari in Italia sono al centro di una fortissima polemica massmediatica : da un lato si attaccano gli occupanti abusivi di case popolari a Milano, dall’altra parte partiti e gruppuscoli politici reazionari e xenofobi come la lega e casapound continuano a sostenere il diritto di precedenza degli italiani nelle assegnazioni delle case popolari.



Ma sono questi realmente i problemi che vivono gli abitanti delle case popolari?
A Parma non esistono case popolari occupate abusivamente e questo per una precisa scelta del movimento di lotta per la casa di Parma che ha da sempre preferito ricorrere all’occupazione dei tanti alloggi e palazzi privati vuoti (ce ne sono a migliaia) piuttosto che occupare case popolari non abitate e si è sempre preferito far pressione su Comune e Acer affinchè ristrutturasse ed assegnasse piuttosto che occupare mettendo in contrasto gli occupanti con i possibili assegnatari. A Milano la cosa è molto diversa perché gli appartamenti vuoti sia nuovi che in attesa di ristrutturazione sono più di 10.000 ed è assurdo che l’Aler (ente gestore) non provveda alle assegnazioni di fronte a un’emergenza così devastante e a migliaia e migliaia di domande di case popolari inevase e quindi riteniamo giusto che tante famiglie ricorrano all’occupazione di alloggi Aler sfitti per sopravvivere.

I fondi introitati dagli enti pubblici per la vendita dovrebbero servire per costruire altri alloggi popolari e per fare le manutenzioni ma è più che evidente che per costruire un alloggio nuovo non basta la vendita di un alloggio vecchio. Poi c’è da considerare che gli inquilini con diritto di prelazione che rifiuteranno o non potranno acquistare l’alloggio in cui vivono(evidentemente non hanno grandi mezzi economici altrimenti non sarebbero inquilini di case popolari) dovranno essere trasferiti in altro alloggio ERP, cosa che oltre a costituire uno sradicamento dal luogo in cui si è spesso vissuto per una vita, bloccherà per anni le nuove assegnazioni perché gli alloggi vuoti saranno assegnati per i trasferimenti. C’è quindi bisogno di una grande mobilitazione contro la vendita delle case popolari e contro il Piano Casa del Governo. Gli abitanti delle case popolari vedranno che al loro fianco per contrastare la vendita non ci sarà nessuno dei politici che dicono di difendere gli italiani ma solo i movimenti di lotta per la casa con i tanti migranti che ne fanno parte.



Nessun commento:

Posta un commento