L’occupazione
degli alloggi annessi all’ex cinema Lux di Piazzale Bernieri si è
conclusa il 29 dicembre 2014 con la fuoriuscita dei nuclei occupanti
cui è stata garantita una soluzione alternativa.
Una
famiglia era già uscita da quasi un anno in seguito ad assegnazione
casa emergenza, le altre 4 famiglie si sono già trasferite in un
palazzo di proprietà della curia e gestito dal Comune di Parma in
Piazzale San Giacomo che è stato concesso in comodato
all’Associazione Senza Frontiere strettamente collegata alla Rete
Diritti in Casa.
Nello
stesso edificio si trasferiranno a breve anche le famiglie che stanno
tuttora occupando lo Spazio Popolare Autogestito Sovescio di via
Bixio 61 così come parte delle attività socio/ricreative che sono
ospitate nello stesso palazzo.
Questo
edificio era vuoto ed inutilizzato, senza nessuna destinazione d'uso
prossima e la concessione in comodato costituisce un valore aggiunto
per tutta la città, essendo patrimonio pubblico che rientra nella
disponibilità dei cittadini, assolvendo alla funzione fondamentale
di casa e riparo per persone che oggi incolpevolmente non possono
permettersi un affitto e non hanno altresì la possibilità di
entrare in casa popolare data la scarsità e l'inadeguatezza del
patrimonio residenziale pubblico.
Il
trasferimento delle 2 occupazioni nel nuovo edificio di Piazzale San
Giacomo è frutto di una lunga trattativa tra occupanti e
Amministrazione Comunale che vede rispettati i principi base da
sempre seguiti dalla Rete Diritti in Casa in tutte le trattative che
si intavolano in caso di sfratti e sgomberi: la garanzia del
passaggio da casa a casa e il rispetto di standard minimi di
vivibilità per la soluzione alternativa.
Per
la Rete Diritti in Casa la concessione del comodato per il palazzo
che accoglie gli ex occupanti non costituisce né un risultato
eclatante né una sconfitta del movimento di lotta per la casa
costretto al compromesso. Il criterio base che da sempre la Rete
persegue è quello di dare una risposta concreta alle persone che
intraprendono con la Rete il percorso di lotta per l’abitare,
questo perché si ha l’ambizione di rendere il movimento di lotta
per la casa un movimento di massa, che viva concretamente la
possibilità di raggiungere con la lotta risultati concreti e sempre
più ampi.
La
purezza la lasciamo volentieri agli eroi, a noi importa che il
movimento di lotta per l’abitare prenda sempre più corpo e
consistenza e il raggiungimento di piccoli obiettivi come il rinvio
di uno sfratto, la concessione di una casa d’emergenza, il
riallaccio di utenze dopo un distacco, la concessione di un immobile
in comodato o di una residenza rafforzano la convinzione che la lotta
paga e fanno crescere coscienza e speranze per chi sta dentro la
lotta o per chi vi deve entrare.
Il
fatto che le istituzioni vengano a patto con il movimento di lotta
per la casa a Parma è il risultato di un lungo percorso iniziato nel
1999 con la lotta contro la chiusura degli alloggi per migranti di
Via Piacenza. Nel tempo i rapporti di forza che la mobilitazione per
il diritto all’abitare ha saputo mettere in piedi sono cresciuti
esponenzialmente, abbinati a una buona capacità di denuncia dei
disastri causati dalla trasformazione in pura merce della naturale
esigenza di avere un luogo in cui vivere la propria intimità e le
proprie relazioni sociali e della inconsistenza delle politiche
abitative pubbliche. Le istituzioni sono dovute venire a patti e
trattare alla pari con gli occupanti e con chi li sostiene perché
gli sgomberi dei due palazzi occupati avrebbero avuto un duro costo
sia in termini repressivi che sociali ed hanno preferito evitare di
colpire duro anche perché sanno bene che il movimento di lotta per
la casa ha capacità di agglomerare intorno a sé altri percorsi
politici e sociali che avrebbero implicato una dura resistenza. La
trattative è stata condotta oggi con un’Amministrazione
pentastellata che ha riconosciuto in questa ed altre occasioni la
consistenza del percorso di lotta portato avanti in città e che non
ha potuto fare a meno di concedere qualcosa. Siamo ben coscienti che
questa trattativa non può costituire un precedente generalizzabile
così come non poteva esserlo la concessione del comodato da parte
della Provincia per la Casa Cantoniera di Via Mantova. Tantomeno ci
sentiamo corresponsabili per tante scelte incondivisibili fatte
dall’amministrazione Pizzarotti.
Ogni
parziale risultato non ferma la lotta per la casa a Parma così come
nel resto d’Italia. La lotta contro la speculazione privata e
contro la mancanza di politiche pubbliche che ne limitino il dominio
prosegue come se nulla fosse. Dopo il boom edilizio (e speculativo)
degli anni 2000 ci si trova oggi nell’assurda situazione per cui a
fronte di una emergenza abitativa drammatica inasprita da una crisi
che non ha fine per migliaia di famiglie nella nostra città (milioni
in Italia), c’è sovrabbondanza di alloggi nuovi e vecchi inabitati
che potrebbero benissimo esaurire il bisogno. A fronte di
rivendicazioni che questo sistema economico politico non può
tollerare (requisizione dello sfitto e dell’invenduto) la lotta
continua ovunque con le requisizioni dal basso, le lotte per
l’autorecupero di alloggi pubblici e privati, tutti percorsi che
creano una nuova solidarietà e ricomposizione tra sfruttati e
bisognosi e che prospettano nuovi modi di intendere l’abitare e il
vivere incentrati sul mutuo appoggio e l’autogestione, con i quali
si superano ostacoli che la gestione pubblico/burocratica rende
spesso insormontabili.
Stiamo
parlando di percorsi necessariamente di lungo periodo che necessitano
di intersecarsi e intrecciarsi con altri percorsi di lotta che si
muovono con gli stessi presupposti e che hanno la necessità di una
dimensione per lo meno nazionale che si sta delineando.
E’
un percorso questo che non prende neanche in considerazione le
tempistiche e i tatticismi delle scorciatoie elettorali e che non
sente la mancanza di un soggetto politico istituzionale forte a
sinistra perché sta cercando di creare con altri percorsi di lotta
simili una strada diversa e più consistente per creare una società
nuova.
PARMA
11 GENNAIO 2015
RETE
DIRITTI IN CASA
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