In Italia si consumano 8 metri quadrati di suolo al secondo, migliaia
di ettari di terreni agricoli che vengono trasformati in porzioni di
suolo edificabili. Moltissime sono le imprese edili e di costruzione che
mettendo a valore il suolo producono lauti guadagni con colate di
cemento, ferro e asfalto.
Interi territori sono stati devastati da
pratiche di costruzione selvaggia che sono le principali responsabili
di catastrofi ambientali come quelle avvenute a Genova, Olbia e in
Maremma. Il 30% del suolo del nostro paese è coperta da edifici,
infatti, si stima che ogni famiglia potrebbe possedere più di un
appartamento a testa.
Tutto ciò non è servito a dissuadere il
governo dall'erronea e aggiungeremo datata convinzione che per superare
la crisi e risolvere la questine abitativa bisognasse regale soldi e
sgravi fiscali a costruttori, palazzinari e speculatori, così come
previsto nel piano casa di Matteo Renzi. Si continua a depredare i
territori, con opere di costruzione che per altro non sembra riescano
più a valorizzarsi e generare i profitti sperati.
Partendo da
questi punti, vorremo presentare a questi signori del cemento e al
signor presidente del consiglio Renzi e a tutti i partecipanti al SAIE
(salone internazionale dell'industrializzazione edilizia) l'unica
possibile via d'uscita alla devastazione e alla crisi abitativa:
L'AUTORECUPERO E LA RIQUALIFICAZIONE DEL COSTRUITO E NON UTILIZZATO. La
pratica di autorecupero dal basso, delle migliaia di edifici
abbandonati, da una parte, sarebbe in grado di ridimensionare i costi
che le amministrazioni locali devono sostenere per il decoro e la messa
in sicurezza delle aree abbandonate, e dall'altra, di risolvere il
problema dell'emergenza abitativa in cui versano le nostre città.
Il
vecchio slogan troppe case senza gente troppa gente senza casa è oggi
più attuale che mai. Non c'è bisogno di costruire nuovi immobili per far
fronte all'emergenza, ma di AUTORECUPERARE ciò che già esiste ed è già
stato costruito, solo in questo modo potremo salvare le nuove
generazioni e i nostri figli dalle catastrofi ambientali e
contemporaneamente risolvere l'emergenza sociale determinata dal dramma
della morosità incolpevole che porta allo sfratto e alla perdita della
casa.
Il 22 Ottobre porteremo all'attenzione del
presidente del consiglio, del ministro alle infrastrutture e dei loro
amici costruttori il progetto dell'autorecupero, ci incontreremo alla 9
all'incrocio tra via Stalingrado e via Donato Creti, per portare il
nostro benvenuto all'inaugurazione del SAIE.
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