venerdì 1 agosto 2014

Assemblea nazionale di Abitare nella Crisi - 6 e 7 settembre - Spazio Antagonista Newroz, Pisa

E' passato quasi un anno da quel 19 ottobre che ha sancito l'emersione di una vasta gamma di soggetti sociali, protagonisti di differenti lotte contro le dinamiche di austerità e impoverimento.
La questione abitativa si è dimostrata baricentrale nel processo di ricomposizione di soggettività diverse, ampliando gli spazi di mobilitazione e producendo un avanzamento degli strati sociali subalterni; la lotta per il diritto alla casa è stata capace di mettere in moto energie e percorsi in tutta Italia, ponendo in essere relazioni virtuose tra le lotte nei territori, capaci di configurarsi come un ostacolo negli ingranaggi della rendita e dell'esproprio delle risorse.
Lo stesso Piano Casa si configura principalmente come un tentativo di ristrutturazione della governance nei confronti di un movimento sociale che è riuscito, certamente in modo ancora insufficiente, ad insinuarsi in alcune esplicite contraddizioni sistemiche. L'articolo 5 è senza dubbio un attacco diretto alla galassia delle occupazioni abitative, l'ossatura portante della lotta per la casa, teso a minarne l'agibilità e ad arginare il loro riprodursi nei territori; la lotta contro questo dispositivo diviene quindi centrale. Già in diverse città è stato possibile approfondire le contraddizioni tra le amministrazioni locali ed il governo riguardo alla questione delle residenze; questo è il nodo su cui continuare ad incalzare e confliggere, estendendo e moltiplicando le iniziative tese a rendere il Piano Casa definitivamente inapplicabile nei nostri territori.


Con la stessa lente leggiamo il tentativo di chiudere spazi di agibilità, soprattutto nella metropoli romana, tramite sgomberi continui e misure cautelari. La nostra risposta non può che passare dal ribadire la legittimità del conflitto sociale, dotandosi degli strumenti per allargare gli orizzonti e l'intensità della lotta. La difesa delle occupazioni e degli spazi che ci siamo conquistati, sta nella capacità di replicarli e diffonderli.
La guerra ai poveri del governo Renzi si sta sempre più delineando come progetto complessivo.
Da un lato l'elemosina degli 80 euro e i ricatti del Job Act, dove il lavoro diviene sempre più sistema di disciplinamento e controllo, come contraltare allo smantellamento di servizi, sanità, istruzione; dall'altro la strada spianata ad ogni tipo di speculazione finanziaria ed edilizia, filone in cui si inserisce anche il nuovo decreto "Sblocca-Italia", teso a rilanciare l'edilizia privata tramite l'abbattimento dei vincoli, secondo un modello di privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite, già ampiamente rodato nel sistema delle grandi opere.
Nei territori, nuovamente, la resistenza a questi processi di saccheggio può dare preziosi input per la nascita di esperienze conflittuali; nella prospettiva di rilanciare la lotta su nuove forme di sciopero sociale, sarà necessario individuare ed indicare i punti di maggior accumulazione di profitto.
Anche per questo intavolare un discorso politico sulla questione del reddito non può prescindere dall'affrontare i nodi della rendita sui quali agire, lavorando per costruire rapporti di forza adeguati ed efficaci; non basta quindi richiedere una generica redistribuzione di reddito e risorse, occorre disporsi come elemento di incompatibilità e provare a sabotare i meccanismi di esproprio e saccheggio capitalistico. La lotta per la casa è certamente in questo momento il picco più avanzato delle lotte per il reddito perché pone immediatamente queste questioni, ed a partire da un bisogno reale: strappare profitto alla controparte sotto forma di patrimonio immobiliare, effettuare una redistribuzione basata sui criteri della lotta.


Il 6 e 7 settembre a Pisa, presso lo spazio antagonista Newroz, si terranno due giorni di assemblea della rete ABITARE NELLA CRISI dove approfondire la discussione e condividere strumenti e proposte per un autunno ed un altro anno di lotta, a partire dalla settimana di mobilitazione europea per il diritto all’abitare “Stop evictions – take the city”,che vedrà il  16 ottobre come giornata in cui iniziare a sperimentare le ipotesi di sciopero sociale metropolitano e la giornata del 18 la costruzione di decine di cortei e manifestazioni che rilancino e connettano le lotte dei  territori resistenti in italia e in europa.

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